Ambiente Scuola

Un geologo novarese fra i progettisti della scuola più green d’Italia

Nell'operazione da 18 milioni di euro Marco Stoppa ha curato la bonifica di un'area abbandonata di Inveruno dove su cui sorgeva un oleificio industriale. Il sindaco: «È stato il facilitatore dell'operazione di permuta che ci ha portato ad acquisire a costo zero un terreno da 18.000 mq su cui sorgerà un plesso scolastico a impatto zero»

Un geologo novarese fra i progettisti della scuola più green d’Italia. Il nuovo e futuristico plesso sorgerà a Inveruno, in provincia di Milano, su un’area di 18.000 metri quadri, che un tempo ospitava un oleificio industriale, rimasta abbandonata per oltre vent’anni. Un progetto da 18 milioni di euro, interamente finanziato con fondi pubblici, ma che al piccolo Comune lombardo di 8.000 anime costerà al massimo 400.000 euro, frutto di un’articolata operazione di rigenerazione urbana. Un’iniziativa balzata fino alle cronache nazionali, non solo perché porterà alla costruzione di una nuova scuola in tempi in cui cose simili sembrano impossibili.

Marco Stoppa

Marco Stoppa è il geologo novarese che ne ha curato gli aspetti ambientali, in questa fase preliminare. «Si trattava di un’area molto grande abbandonata, proprio nel centro del paese, per cui la proprietà (una società privata) aveva l’obbligo di bonifica – spiega – L’attività era partita già nel 2000, ma poi si era incagliata. Io sono subentrato nel progetto 3 anni fa e siamo riusciti a sbloccare la situazione. Ho seguito la bonifica dei terreni, in cui erano interrati dei serbatoi per la raffinazione, che col tempo avevano iniziato a rilasciare gasolio e solventi nel terreno. Successivamente mi occuperò del suolo e del sottosuolo per la progettazione delle fondamenta per la realizzazione dell’impianto geotermico che alimenterà la scuola».

 

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Nell’immaginario comune il geologo è spesso visto come colui che studia i fossili, una professione che resta un po’ avvolta in un alone di mistero: che ruolo ha giocato in questo procedimento?
Quello svolto dal geologo Stoppa è stato fondamentale – commenta Sara Bettinelli, sindaco di Inveruno – perché ha saputo rendere lineare un percorso burocratico complesso, riuscendo a conciliare le esigenze del privato e della pubblica amministrazione, a vantaggio della collettività. È stato il facilitatore dell’operazione di permuta che ci ha portato ad acquisire a costo zero un terreno da 18.000 metri quadri ripulito, in cambio dell’ex campo da calcio comunale da 12.000 metri quadri, che la società dell’ex oleificio potrà utilizzare per realizzare un’area residenziale e con attività commerciali di quartiere. Nell’area più grande, acquisita ufficialmente lo scorso 2 ottobre, sorgerà una scuola a impatto ambientale zero, pronta ad accogliere 500 ragazzi fra scuola primaria e media, con aule scomponibili e già orientate a ospitare nuovi metodi educativi, dotata di palestra e auditorium. Spazi che, al di fuori degli orari scolastici, saranno messi a disposizione anche della cittadinanza. E che sono stati progettati dal Politecnico di Milano, partendo dalle indicazioni fornite dal nostro Consiglio comunale dei ragazzi. Altri partner del progetto sono l’Università Bicocca, per gli aspetti pedagogici e la società metropolitana dell’acqua Cap Holding. Il progetto ha avuto il primato di ottenere il più alto cofinanziamento pubblico per la costruzione di un edifico scolastico: 13,2 milioni arrivano da finanziamenti europei, altri 2,9 dal Ministero dell’ambiente, il resto lo metterà il Comune sulla base degli esiti delle gare. Ora la sfida è far sì che tutto sia pronto entro il 6 maggio 2022.

Si è mai occupato di operazioni analoghe a Novara?
Ho seguito le bonifiche dell’ex area Ego – risponde Stoppa – e dell’ex area militare su cui sorgerà il nuovo ospedale.

Pensa che un modello progettuale come quello della scuola di Inveruno potrebbe essere applicato all’ex comparto industriale di Sant’Agabio ad esempio?
Si tratta di aree potenzialmente riconvertibili, ma il contesto di partenza è più complesso – commenta il geologo – perché molte di quelle aree sono state oggetto di fallimenti e oggi sono in mano ai liquidatori. A Inveruno, invece, il Comune ha dovuto relazionarsi con un unico interlocutore; un privato che ha saputo cogliere l’interesse pubblico dell’operazione e vedere un vantaggio nell’obbligo di bonifica e nella conseguente permuta dei terreni.

Di seguito una gallery dell’area di Inveruno oggetto dell’intervento

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